Made in Italy è un'indicazione di provenienza che indica l'origine di un bene in base alle disposizioni comunitarie in materia di origine non preferenziale di un prodotto ed in questo caso riferite ai prodotti che hanno origine in Italia.
Ecco solo alcune delle aziende che hanno fatto e fanno tutt’ora conoscere ed apprezzare il Made in Italy in tutto il mondo.
Ferrari
Barilla
Benetton
Valentino
Ferrero
Indesit
Luxottica
Qual è la nostra brand identity nel mondo? L’emozione
Il Made in Italy, quel “Fatto in Italia” promette qualità e ricorda un senso definito di italianità. Rievoca l’emozione che «resta dentro» quando uno straniero visita il nostro paese, la bellezza dei paesaggi, la bontà del cibo, la dolce vita insomma.
Il Made in Italy potrebbe valere circa 10 miliardi l’anno di fatturato.
A tracciare questo scenario è una ricerca commissionata da Ornellaia (il fine wine italiano tra i più amati al mondo) al Censis.
I tre punti cardine più conosciuti dell’italianità sono:
1. il nostro «stile di vita», perché molti stranieri hanno elevato a modello quel modo di vivere squisitamente caratteristico degli italiani
2. le «emozioni» tipicamente italiane, che ogni visitatore del Bel Paese pregusta ancora prima di essere giunto in Italia
3. «il prodotto italiano vero e proprio», ovvero la fisicità concreta di un’idea, di un sogno, di un saper fare tutto Made in Italy
Caratteristiche del Made in Italy che lo rendono un vero e proprio brand
Anche se non esiste un marchio univoco, il Made in Italy ha delle caratteristiche univoche che lo rendono famoso nel mondo.
La grandezza di un brand, come abbiamo detto, è quella di far passare al suo target esattamente il messaggio che si è prefissato, posizionandosi in un determinato modo nella mente delle persone. Il Made in Italy nel tempo è riuscito a fare proprio questo.
Ecco le sue caratteristiche principali:
- ricercatezza (42%) essa si esprime nella volontà di distinguersi sempre dalla massa, con attenzione ai particolari e all’originalità del design
- capacità di saper riconoscere la bellezza (38%) all’occorrenza essendo capaci di crearla
- 45% di sensazioni fisiche gusto, tatto, olfatto e udito
- carattere culturale per il 25%
- 21% alla voglia di comunicare con gli italiani per sentirsi parte del luogo
I paesi più “affezionati” al concetto di Italianità
Al primo posto di questa classifica troviamo i nordamericani (Stati Uniti): sono quelli che si emozionano di più pensando all’Italia, infatti spesso decidono di venirci a vivere.
Poi ci sono i tedeschi (Germania) e infine i giapponesi (Giappone).
I cinesi invece ci amano perché riusciamo sempre a infondere il nostro ‘tocco’ nei progetti.
Negli ultimi mesi mi è capitato molto spesso di lavorare con aziende cinesi, sia direttamente sia indirettamente per seguire progetti di alcuni miei clienti.
Del resto oggi non si può prescindere dalla filiera produttiva cinese, in quanto molti fanno riferimento a loro per via della competitività economica e per la qualità costruttiva comunque molto migliorata negli ultimi tempi…
Quello che ho imparato, è interessante per aiutarci a comprendere alcuni punti che avvalorano quanto già detto poco sopra.
Si trattava di un progetto relativamente semplice in cui il punto più importante era la cura dei dettagli e l’attenzione nella realizzazione degli stessi.
Si partiva da un progetto e da alcune linee guida ben specificate e sviluppate da me, con zero margine di errore nell’interpretazione.
Mi avevano infatti messo in guarda in molti, relativamente al fatto di essere il più precisi e ripetitivi possibile nel preparare i documenti di design per i cinesi.
Mi dicevano tutti, guarda che tendono a sottovalutare moltissimo le indicazioni e tendono a fare di testa loro…
Per cui ero già molto preparato nell’affrontare potenziali incomprensioni e imprecisioni.
Però come sempre, quando si sperimenta direttamente è sempre tutta un’altra cosa.
Bene, quando sono arrivati i primi rendering del prodotto, non c’era un singolo elemento sviluppato come da indicazioni.
Non sto esagerando. Sono stati, diciamo, molto ‘creativi’ però nel modo sbagliato.
Infatti alla fine scopro che le modifiche introdotte deliberatamente, erano quasi sempre per abbattere i costi produttivi.
A questo punto bisognava rimaneggiare tutto e ripartire quasi da zero, perché il progetto era stato talmente reinterpretato che non aveva più il feeling cercato.
Per riportarlo sulla strada giusta ho dovuto faticare il triplo di quanto fosse necessario, con perdite di tempo inimmaginabili.
Revisioni infinite e ritardo finale della release.
Questo breve racconto, come dicevo, è interessante perché ci fa riflettere e forse ci può dare un po’ di sollievo in quanto italiani.
È vero che la Cina è diventata una potenza manifatturiera, però per un certo tipo di prodotti non può funzionare per forza.
Soprattutto per i prodotti che necessitano di cura e attenzione. I produttori cinesi cercano di combinare gli elementi del progetto in fretta e furia perché il loro principale obiettivo è produrre e fare soldi, senza curare troppo la qualità.
Questa per carità è l’esperienza che ho avuto direttamente.
L’esperienza mi ha acceso una lampadina e mi ha aiutato a realizzare ancora più in modo cristallino, la differenza tra noi italiani e altri produttori low cost.
Il Made in Italy non è solo un concetto o un’etichetta, ma è proprio un approccio culturale / progettuale.
La passione e l’attenzione che noi italiani mettiamo nei progetti non è pari al mondo ed è davvero l’elemento distintivo del nostro ‘sapere fare’.
Voglio mettere quindi sul piatto una piccola provocazione: alla fine è una fortuna essere italiani, proprio perché il sistema in cui siamo cresciuti ci ha forgiati quasi a nostra insaputa a sviluppare queste caratteristiche, raccontate qui sopra, e sono proprio queste caratteristiche che ci rendono apprezzati in tutto il mondo… e come dicevo i cinesi ci adorano proprio per questo saper fare che a loro manca un po’…
Nascita del Brand Made Italy
Come abbiamo già detto, Il Made in Italy ormai è un vero e proprio Brand riconosciuto e bramato nel mondo. Ma come nasce?
Scopriamolo subito.
Nascita
La data di nascita si può indicativamente fissare all’anno 1951, nel momento in cui Giovanni Battista Giorgini, organizza la prima presentazione di alta moda italiana per compratori esteri.
Il Made in Italy è un’espressione apportata dai produttori italiani, per rivalutare e difendere l’italianità del prodotto, per contrastare la falsificazione della produzione artigianale e industriale, nello specifico per i settori di: MODA, CIBO, ARREDAMENTO, MECCANICA.
Anni ‘80
Diffusione della denominazione. In questi anni si rafforzano i valori di italianità trasmessi nel mondo e si diffondono le “quattro A” (Abbigliamento-moda, Arredo-casa, Automazione-meccanica-plastica e Alimentari-vini), eccellenze italiane nel mondo.
Oggi
Ad oggi è diventato un vero e proprio business. Basti pensare al fatto che un prodotto è in grado di ottenere molte più attenzioni se accostato da tale marchio.
Il “brand Made in Italy” è un brand leggermente fuori dagli schemi, infatti non esiste un logo ufficiale. Numerosi sono i così detti “improvvisati”. L’unico elemento ricorrente è il tricolore.
Una cosa è certa, per tutelare il “marchio e l’Italianità” ci sono delle normative da seguire.
È possibile inserire la dicitura “Made in Italy” soltanto se il prodotto è stato interamente realizzato in Italia, oppure se il bene ha subito in Italia l’ultima trasformazione sostanziale.
Questo assicura l’originalità della provenienza e della qualità.
La contraffazione del Made in Italy
Nel settore agroalimentare, diversamente dagli altri settori, è stato creato un logo unico per combattere la contraffazione: “The extraordinary Italian taste”.
Il logo unico e distintivo del “Made in Italy” è stato fortemente voluto per aiutare a combattere la contraffazione nel settore Agroalimentare. Il Ministero delle Politiche Agricole ha presentato, il “Segno unico distintivo del settore Agroalimentare italiano”.
Mediante questo simbolo sono contraddistinti infatti i prodotti che realmente vengono prodotti nella nostra penisola, per non rischiare di essere confusi con quelli che attualmente proliferano in tutto il mondo, meglio noti come prodotti Italian Sounding (Con l’accezione inglese “Italian Sounding” si definisce un fenomeno che consiste nell’utilizzo (su etichette e confezioni) di denominazioni, riferimenti geografici, immagini, combinazioni cromatiche e marchi che evocano l’Italia e in particolare, alcuni dei suoi più famosi prodotti tipici).
Il logo e lo slogan potranno essere utilizzati anche in occasione delle fiere internazionali, nelle campagne di comunicazione e promozione in Tv, sui media tradizionali, su Internet e sui social media.
Il potere del marketing per “scacciare” la contraffazione
Come già detto il tentativo di contraffazione di un prodotto Made in Italy è all’ordine del giorno, per questo motivo il marketing ha un ruolo fondamentale in questa storia.
Il consumatore, nel contesto socio-economico attuale, è fortemente emotivo e non razionale (fattore che non gli permette di guardare con attenzione e criticità i prodotti che si trova davanti). Questa situazione pone delle sfide critiche a quel marketing che invece si occupa di sponsorizzare il Made in Italy vero, che corre il rischio di incorrere nell’incredulità dei consumatori.
Quindi chi si occupa di portare avanti a livello di comunicazione il “Made in Italy” deve insegnare al consumatore come riconoscere il vero “Made in Italy” e diffidare dalle brutte copie.
Come può farlo?
Portando in luce le vere caratteristiche del Made in Italy:
ORIGINALE + VERO + AUTENTICO + INIMITABILE + GARANTITO + FATTO IN ITALIA
Conclusioni
Spesso noi italiani bistrattiamo la nostra “italianità” e il nostro modo di fare più pignolo, che “se la prende comoda” per fare una cosa.
In realtà, non ce la prendiamo comoda, anzi, probabilmente stiamo ottimizzando il lavoro che facciamo. Per fare le cose bene, ci vuole il tempo giusto.
Quindi dobbiamo essere prima noi italiani, a non sottovalutare il valore che viene dato al ‘nostro punto di vista’ nel mondo.
Il modo in cui progettiamo i nostri prodotti e la nostra comunicazione, viene apprezzata proprio per il nostro metodo: dal caos e dalle numerose difficoltà, riusciamo sempre (o quasi) a tirare fuori qualcosa di unico e stiloso e per fortuna questo il mondo ce lo riconosce da sempre.